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Nuovo bando per l’accoglienza: i gestori dei centri chiedono l’annullamento per illegittimità

Con l’arrivo delle nuove regole sull’accoglienza dopo il decreto Salvini, tanti non ci stanno. Oltre a non partecipare all’avviso scaduto proprio questa settimana, alcune onlus hanno chiesto alla prefettura di Viterbo di annullare il procedimento. Concretamente, si tratta di Arci, Consorzio Intercasa-Gea e cooperativa sociale Gea che hanno presentato una documento di protesta.

Secondo quanto espresso dai legali delle associazioni, il nuovo bando sarebbe illegittimo. La prefettura, si legge nel documento presentato, dovrebbe stralciare il bando. Intanto, non ci sono risposte dalla prefettura.

I gestori dei centri di accoglienza straordinaria lo sono diventati in base alla precedente bando della prefettura di Viterbo. La richiesta di auto annullamento del bando di gara deriva dal fatto che i gestori sono portatori di interessi giuridicamente qualificati. Gli operatori avrebbero tutto l’interesse economico a presentare la domanda di partecipazione alla gara, ma vi rinunciano perché il bando non è ammissibile: va sospeso e poi annullato.

La missiva prosegue con un dettagliato elenco di quali sono gli aspetti giuridici che pregiudicano la legittimità del bando. Sono soprattutto le motivazioni economiche a incidere, ma ci sono poi anche altre conseguenze sulla vita quotidiana di chi si occupa di accoglienza dei migranti e anche i migranti stessi.

Secondo i gestori dei centri, la base d’asta non valuta i costi che gli enti sostengono per prestare i diversi servizi richiesti espressamente. Inoltre, altre voci di spesa sono sottostimate. Le incongruenze viziano l’intero bando. La richiesta di annullamento è supportata da evidenti eccessi di potere di irragionevolezza, illogicità e contraddittorietà, secondo i legali.

Per supportare le loro tesi, i gestori portano alcuni esempi pratici. Non sono previsti alcuni oneri per l’accoglienza di persone vulnerabili. Si parla soprattutto di ragazzi minorenni, anziani, donne incinte, vittime di tratta, persone con problemi psichici e anche famiglie monoparentali. Il sostengo psicosociale di tali ospiti è essenziale e non considerato come costo per l’ente gestore.

Altra violazione che il bando evidenzia riguarda gli standard di accoglienza previsti dall’Unione europea. L’organizziamone sovranazionale prevede che siano adottate alcune norme precise in merito all’accoglienza di chi richiede protezione internazionale. Sono questi i soggetti che il decreto Salvini elimina: non avrebbero più diritto all’accoglienza. Le norme internazionali sanciscono questo diritto che non può esser abrogato unilateralmente da un singolo Stato membro.

L’accusa che i gestori di centri portano è precisa: con queste regole, il bando sacrifica tutti i servizi che puntano all’integrazione vera di queste persone che scappano da guerre, violenza e povertà. I centri saranno costretti per problemi di costo a dare solo vitto e alloggio alle persone, cancellando tutti i servizi che indirizzavano queste persone disperate nella comunità. Ora sì che i migranti diventano unicamente un peso economico perché non saranno più potenziali membri produttivi della società