Featured

Blog Massimo Palombella su Polo Museale Musei Vaticani

Il polo Museale dei Musei Vaticani, situato a Roma, oltre ai Musei, ospita anche i Palazzi Vaticani. Tra le ultime notizie abbiamo letto le informazioni riportate dalla rassegna stampa capitolina. Monsignor Massimo Palombella, già direttore di Coro della Cappella Sistina, ce ne parla nel suo blog – a dire il vero, è il team di Massimo Palombella a condividere questo bellissimo approfondimento che segue.

A loro volta, i poli museali si dividono in:

  • Gallerie: “Galleria Lapidaria”; “Galleria detta Braccio Nuovo”; “Galleria dei Candelabri”; “Galleria degli Arazzi”; “Galleria delle carte geografiche”;
  • Cappelle: “Cappella Sistina”; “Cappella Niccolina”; “Cappella di Urbano VIII”;
  • Stanze, denominate anche sale: “Sala della biga”; “Appartamento di san Pio V”; “Sala Sobieski”; “Sala dell’Immacolata”; “Stanze di Raffaello”; “Loggia di Raffaello”; “Sala dei Chiaroscuri”; “Appartamento Borgia”; “Salette degli Originali greci”.

Inoltre, le opere contenute nel polo museale dei Musei Vaticani si suddividono ancora in:

  • Arte antica, che ospita le seguenti opere: “Divinità fluviale Arno”; “Atena e Marsia”, realizzato da Mirone;  “Amazzone Mattei” per opera di Fidia; “Afrodite cnidia”, per opera di Prassitele; “Apollo del Belvedere”, realizzato da Leocare; “Apoxyómenos”, per opera di Lisippo; “Gruppo del Laocoonte”; “Affreschi dell’Odissea”; “Augusto di Prima Porta”; “Statua colossale di Claudio”; “Base dei Vicomagistri”; “Ritratto del decennale di Traiano”; “Base della”; “Colonna di Antonino Pio”; “Ritratto di Filippo l’Arabo”; “Sarcofago di Scipione Barbato”; “Sarcofago di Plotino”; “Mosaico con atleti dalle Terme di Caracalla”; “Sarcofago di Elena”; “Sarcofago di Costantina”; Sarcofago dogmatico”; “Pignone”;
  • Arte medievale, che include: “Evangeliario di Lorsch”; “Polittico Stefaneschi”, tavola su tempera realizzata da Giotto; due opere realizzate da Gentile da Fabriano. Esse sono: “Annunciazione” e “Scomparti della predella del Polittico Quaratesi”;
  • Arte rinascimentale, barocca e rococò, per cui è possibile ammirare le seguenti opere: “Deposizione” del Caravaggio; “Predella della Pala di Perugia” e “Stimmate di san Francesco”, realizzate dal Beato Angelico; “Incoronazione Marsuppini” da parte di Filippo Lippi; “Storie di san Vincenzo Ferrer”, per opera di Ercole de’ Roberti; due opere realizzate da Melozzo da Forlì: “Sisto IV nomina il Platina prefetto della biblioteca Vaticana” e “Angeli musicanti”; due opere del Perugino: “Resurrezione di San Francesco al Prato” e “Pala dei Decemviri”; “Pietà di Pesaro”, di Giorgio Bellini; “San Girolamo” di leonardo Da Vinci; “Crocifissione di san Pietro” di Michelangelo; cinque opere di Raffaello: “Trasfigurazione”, “Madonna di Foligno”, “Pala degli Oddi”, “Fede, Speranza e Carità”, “Arazzi della Cappella Sistina”; resti del “Trittico dell’Umanità” del Correggio; “Martirio di sant’Erasmo” di Nicolas Poussin;
  • Arte moderna e contemporanea, con opere di artisti di fama internazionale, quali Henri Matisse, Salvador Dalí, Antonio Canova con il suo “Perseo trionfante” e Felice Mina con la sua realizzazione della “medaglia Papa Giovanni XXIII”. Inoltre, nel 2009, per celebrare e omaggiare I’Anno internazionale dell’Astronomia, presso i Musei Vaticani fu allestita una mostra che guidava il visitatore alla scoperta del cammino evolutivo effettuato dall’Astronomia negli ultimi secoli, mediante una dettagliata selezione di strumenti di studio, libri e documenti.

Qui una introduzione generale della Cappella Sistina – credits: Massimo Palombella.

Nella primavera del 1504, a causa di un cedimento del terreno su cui sorgeva, la Cappella Sistina subì un inclinamento della parete meridionale. Questo fenomeno lasciò una importante e grande crepa sul soffitto, che causò la sospensione di tutte le funzioni all’interno dell’edificio. Un intervento di ristrutturazione fu realizzato da Giulio II della Rovere, che decise di restaurare la volta con catene, sia sopra la volta principale sia negli ambienti inferiori. In questo modo, l’istituto fu nuovamente agibile dopo la metà di ottobre.

Nell’aprile del 1506, invece, Papa Giulio affidò a Michelangelo Buonarroti il progetto di una nuova decorazione della volta, ma il lavoro fu iniziato solo nel 1508 e terminato nell’ottobre 1512. Nonostante le difficoltà incontrate, l’artista riuscì a superare ogni ostacolo nel corso del lavoro. Infatti, per poter raggiungere il soffitto, Michelangelo necessitava di una struttura di supporto, che costruì lui stesso. Michelangelo, infatti, realizzò un’impalcatura, una piattaforma in legno, poggiata su sostegni ricavati da fori nei muri, situati nella parte alta vicino alle finestre. L’impalcatura era suddivisa in gradoni, così da poter agevolare un lavoro più semplice lungo ogni livello della volta. In seguito, Leone X decise di abbellire la Cappella Sistina, donando un insieme di preziosi arazzi intessuti a Bruxelles su disegno di Raffaello Sanzio.

Essi rappresentavano le Storie dei santi Pietro e Paolo, tratte dagli Atti degli Apostoli, e furono posti, ricorda Massimo Palombella, nella zona destinata al papa e ai religiosi, durante alcune importanti festività. In particolare, quattro arazzi rappresentano le Storie di San Pietro a partire dalla Pesca miracolosa e si ponevano al di sotto delle Storie di Cristo; invece, dall’altro lato e sotto le Storie di Mosè, gli arazzi raffigurano le sei Storie di san Paolo, a partire dal Martirio di santo Stefano fino alla Predica di san Paolo agli Ateniesi. Gli arazzi sono conservati all’interno della Pinacoteca Vaticana, precisamente nella Sala VIII. Tuttavia, a causa di nuovi assestamenti del terreno, la Cappella Sistina subì nuovi piccoli danni, fino al crollo, nel giorno di Natale del 1522. In quest’occasione venne giù l’architrave del portale, che uccise una guardia svizzera accanto ad Adriano VI, il quale schivò il pericolo poiché proprio in quel momento stava entrando in cappella. Nel corso del conclave del 1523 si crearono nuove e pericolose crepe. Intervenne, così, Antonio da Sangallo, per poi lavorare sulle fondazioni della parete orientale. Queste operazioni di ristrutturazione danneggiarono in modo irreparabile i due affreschi che concludevano le Storie di Cristo e di Mosè. Queste furono ridipinte da Hendrick van de Broeck e Matteo da Lecce. Infine, l’ultima importante decorazione della cappella fu commissionata da Papa Clemente VII, che chiamò in causa ancora Michelangelo per realizzare il grande e famoso affresco sul Giudizio Universale. Esso fu realizzato, per la maggior parte, durante il periodo di Paolo III Farnese. Nonostante il grande successo e la rilevate notorietà di cui oggi gode, in pochi sanno che il Giudizio Universale fu oggetto di un importante dibattito tra il cardinale Carafa e Michelangelo.